Stamattina alle 6.30 eravamo già tutti svegli, anche se il programma ci concedeva un'ora di sonno in più. Alle 8 colazione, poi controllo documenti e finalmente alle 10 check dive, un'immersione tranquilla, un po per darci l'occasione di ambientarci, un po per permettere alle guide di farsi un'idea del gruppo. Alla fine sono venuti fuori 66 minuti a 20 metri, spariamo il pallone e risaliamo in barca. Questo reef era Abu Galawa, il padre delle piscine, tradotto dall'arabo. Qui vengono a fare immersioni anche in giornata dalla costa, e purtroppo si vedono un sacco di Alcionarie e Coralli spezzati da qualche maldestro subacqueo. Ora navighiamo verso sud, verso luoghi meno frequentati, mi piace pensare più selvaggi, quasi inesplorati, ma non è proprio così.
Paradise reef. Seconda e terza immersione. Prima notturna. Oggi pomeriggio sono partito con un gancio del sacco del gav staccato, mi fermo sul fondo a sistemarlo, e quando ho finito con me c'è solo Dante, il mio compagno di immersione. Scavalchiamo un blocco di corallo e vediamo il resto del gruppo. A metà immersione Dante mi fa segno di aver perso la macchina fotografica, la vediamo che galleggia in superficie, trenta metri sopra di noi. Iniziamo la risalita ma purtroppo la perdiamo di vista e non la troviamo. Dopo dieci minuti di ricerche segnamo sulla bussola il punto della barca, scendiamo sui dieci metri e iniziamo a tornare indietro.
In barca merenda con pizza e focaccia al formaggio, un oretta di pausa e poi ci prepariamo per la notturna. Molto bella, come sempre, l'ambientazione, eravamo in acqua solo in quattro. Qualche bella foto (almeno così pensavo prima di guardarle a Pc), ma soprattutto una razza, con un diametro di circa un metro. In inglese la chiamano King Stingray. Ora siamo sul secondo ponte, ognuno sonnacchioso e un po sognante per quello che già abbiamo visto e per quello che ci aspetta nei prossimi giorni.
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