lunedì 4 aprile 2011

Red Sea: Day 2

Stamattina sveglia alle 6. In realtà alle 5.40 ero già in giro. Siamo ad Abili Ali, il reef più esterno del comprensorio di St. Jhon. Si balla come è la norma qui e per stare in pedi bisogna sempre essere attaccati a qualcosa. Una fetta di torta, un thè e ci si prepara. Il gommone ci porta dall'altra parte del reef. Il driver conta: 1, 2 , 3 e saltiamo in acqua con il jacket sgonfio. Appuntamento a dieci metri, di fianco a questa magnifica torre di corallo che da un fondale di 300 metri sale perfettamente cilindrica fino a cinque metri dalla superficie. La corrente ci prende e ci porta velocemente lungo la parete. Meraviglioso. Dopo 40 minuti di tonni, barracuda, pesci Napoleone e tanti altri arriviamo alla barca. La vediamo, è li, venti metri, ma abbiamo girato la punta e la corrente che prima ci faceva volare ora ci spinge indietro. Una bella faticata, ma alla fine ci siamo arrivati.



Finita l'immersione ci siamo subito spostati perchè il mare stava ingrossando, ora siamo ridossati dietro a Big Gota, un reef che arriva quasi in superficie e ci protegge. In questo riparo facciamo un'abbondante colazione e poi ci godiamo il sole in attesa del prossimo tuffo.

Oggi "pomeriggio", e lo metto fra virgolette perchè erano le 11 del mattino, immersione a Big Gota, alias Sha'ab Farag. Ci aspettavamo molta corrente, invece ce ne era quel tanto che bastava a risparmiarci la fatica di pinneggiare. Molto pesce come al solito e una bella tartaruga. Molto bella, elegante, leggera tranquilla. Dopo 40 minuti Dante e Lorenzo finiscono l'aria, la guida gli dice di sparare il pallone di segnalazione e salire. Loro pensano che gli abbia indicato la barca e puntano nel blu. Li recupero, spariamo il pallone e risaliamo. Abdhul ci recupera con il gommone, e una volta tornati tutti in barca ci spostiamo a Hum El Aruk, dove ridossiamo per il pranzo.



Hum El Aruk, la madre di tutti i pinnacoli, conosciuta anche come Sha'ab Aid. Un bellissimo pianoro sui 25 metri, oggi spazzato dalla corrente, con colonne di corallo piene di vita e un fiore all'occhiello, che qui è noto come "Anemone City", una spaccatura nella roccia, lunga 10 metri e profonda 5 completamente ricoperta di Cnidari con relativi pesci pagliaccio, uno dei quali ha dato un morso a Riccardo che si è avvicinato troppo alla sua casa.



Da stasera il mio orma amico e guida Ahmed ha promesso di insegnarmi l'arabo. Per ora siamo ai saluti, si no, grazie. Vediamo se riuscirà a insegnarmi qualcosa di più in una settimana. Intanto ci siamo ripromessi di scambiarci i numeri, io l'ho invitato a venire in Italia e lui mi ha invitato ad Assuan, dove vive. E ha tenuto a precisare di essere prima Nubiano e poi Egiziano.

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